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Il raggio che disintegra gli occhiali

 09 febbraio 2016
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 Categoria: Laser
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 Scritto da: admin

Un laser, un intervento di due minuti e il mondo torna a fuoco. Così la tecnologia aiuta i miopi, ma non solo loro. Alcue gocce di collirio anestetico, pochi minuti sotto particolari lenti che consentono al chirurgo di prendere la mira giusta con un raggio laser e il problema può essere risolto. La miopia e, in generale, i difetti di rifrazione come l’astigmatismo e l'ipermetropia, assillano un italiano su tre, due miliardi in tutto il mondo. Le lenti correttive possono rimediare a questi problemi ma non eliminarli.


Così un numero sempre maggiore di persone si rivolge al chirurgo. Un intervento in anestesia locale con una durata tecnica di due minuti e una convalescenza di qualche settimana al massimo permette una correzione definitiva: al di sotto delle sei diottrie un miope ha ottime possibilità di lasciare per sempre i propri occhiali nel cassetto. Vediamo, prima di tutto, in che cosa consistono questi difetti visivi. Gli occhi di una persona miope, di un astigmatico e di un ipermetrope hanno in comune una variazione della curvatura della cornea, che, insieme al cristallino, è una delle due lenti naturali dell'occhio.


Nel bulbo oculare normale i raggi luminosi vanno a fuoco sulla retina: il cervello può così percepire un'immagine distinta. Nella miopia, che dà una cattiva visione da lontano, i raggi luminosi cadono davanti alla retina perché la cornea è troppo curva oppure la lunghezza assiale dell'occhio è elevata, cioè il globo oculare perde la sua forma caratteristica e si allunga. Nell'ipermetropia, che in genere permette una visione più netta degli oggetti lontani rispetto a quelli vicini, il punto di fuoco è dietro la retina perché la cornea è troppo piatta o la lunghezza assiale è troppo corta e il globo oculare si schiaccia. Nell'astigmatismo c'è una curvatura della cornea o del cristallino non uniforme e i raggi luminosi vanno a fuoco in punti diversi dell'occhio.


Il risultato è una visione confusa indipendentemente dal fatto che si stia fissando un oggetto vicino o lontano. Oggi chiediamo sempre di più ai nostri occhi, anche per l'uso continuo del computer. E nello stesso tempo li vogliamo sempre più efficienti. L'aumento degli interventi che si registra in tutto il mondo dipende da queste esigenze e non da una crescita dei difetti oculari. Le tecniche utilizzate sono le sguenti:


Dal bisturi al fascio di luce


La prima tecnica in ordine di tempo è stata la cheratotomia radiale. Impiegata per correggere la miopia lieve e moderata, consiste nel praticare una serie di incisioni a raggiera nella cornea tramite un particolare tipo di bisturi a punta di diamante. Anche l'astigmatismo può essere curato con lo stesso metodo, ma stavolta le incisioni procedono disegnando delle curve. L'intervento si esegue in anestesia locale, il paziente rimane bendato per alcuni giorni e viene trattato con colliri antinfiammatori. In circa il 25-30 per cento dei casi è richiesto un nuovo intervento dovuto alle caratteristiche di base del difetto. cioè un bulbo oculare sostanzìalmente modificato e la tendenza della cornea a seguirne la forma. Molto utilizzata è stata la cheratotomia radiale che può essere ormai considerata superata da altre tecniche più raffinate che consentono di intervenire sull'occhio con precisione millimetrica. E, soprattutto, di personalizzare l'opera ione grazie all'accuratezza degli esami preliminari necessari a valutare 1’anatomia della cornea.


Più recenti e avanzati sono i procedimenti detti Prk e Lasik. La fotocheratectomia, o Prk, modifica il profilo della cornea asportandone il tessuto grazie a un particolare laser detto a eccimeri o a luce fredda. La Prk è indicata soprattutto nella correzione dell'ipermetropia, l'intervento viene fatto in ambulatorio, dura pochi minuti ed è seguito da una terapia antinfiammatoria. Di solito si riprende a vedere abbastanza bene dopo una decina di giorni. La correzione della curvatura della cornea si può ottenere anche sollevando lo strato più esterno di questa lente naturale, modificandolo e appoggiandolo di nuovo al suo posto.


Questo tipo di intervento, che gli addetti ai lavori chiamano cheratomileusi, è stato perfezionato con l'introduzione di un bisturi ad altissima precisìone, il microcheratomo. L'associazione del laser a luce fredda con questo bisturi è utilizzata nella tecnica Lasik: il tessuto corneale viene inciso con precisione millimetrica dal bisturi, mentre il laser rimodella la curvatura della lente naturale dell'occhio.

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