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Internet, allarme per la sicurezza: anche i dispositivi IoT sotto scacco

 30 giugno 2017
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 Categoria: Internet
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 Scritto da: admin
cyber attack

Non mancavano i problemi derivanti dalle connessioni tradizionali, ora anche la domotica e lo sviluppo dei prodotti dell'Internet of Things rischiano di diventare "porte" per gli attacchi informatici: l'allarme arriva dalla Worldwide Semiannual Internet of Things Spending Guide, indagine che ha approfondito l'impatto di questo importante mercato nel nostro prossimo futuro.



Un mercato in rapida espansione


Secondo quanto si legge in questo documento, entro la fine di quest'anno la spesa che i consumatori di tutto il mondo dedicheranno ai dispositivi dell’Internet of Things arriverà a toccare l'imponente quota di 800 miliardi di dollari, mentre spostando il limite al 2021 il totale si avvicinerà ai 1400 miliardi di dollari.



Creare l'infrastruttura


Volumi imponenti, che confermano anche l’importanza raggiunta dalla digitalizzazione all’interno delle aziende: come dimostrano anche altre analisi di mercato, oggi più che mai il futuro del business è legato a doppio filo con la capacità di innovarsi e di intercettare quelle che sono le nuove logiche della cosiddetta Industria 4.0. Importante sarà dunque strutturare al meglio il proprio sistema infrastrutturale per restare competitivi, scegliendo i giusti partner per la dotazione dei servizi: in questo, Flamenetworks rappresenta una delle soluzioni più scelte in Italia, grazie a offerte VPS vantaggiose e affidabili.



L'importanza della cybersecurity


La parola chiave deve essere, come accennato, sicurezza: l'altra grande tendenza individuata dagli esperti è proprio la crescita degli investimenti sulla cybersecurity. Sempre guardando al "limite" temporale del 2021, le spese sembrano orientate a salire di anno in anno del 15% sul fronte hardware e del 17% per tutto quello che attiene alla sicurezza informatica software. Un trend che fa dire a Mikko Hyppönen, ricercatore della società di Helsinki F Secure, che attualmente nell'ambito della sicurezza informatica si stanno facendo positivi progressi, e che l’intelligenza artificiale potrebbe essere da supporto per studiare e "prevedere i comportamenti dei malware che avremo di fronte".



Parola all'esperto


Di fronte alla platea del pubblico che ha partecipato al Wired Next Fest a Milano, l'esperto finlandese di sicurezza informatica si è anche soffermato sui possibili effetti collaterali che derivano dalla diffusione dei dispositivi Iot, sottolineando come nella nostra quotidianità "i rischi sono enormi": una conseguenza del fatto che le nostre vite sono sempre più disseminate di oggetti connessi alla Rete. Ampliando la discussione, si può dire che Internet stia diventando fondamentale come l’energia elettrica, e nei prossimi anni tutti gli elettrodomestici, dal tostapane alla caffettiera automatica, per poter funzionare necessiteranno anche di una connessione online", spiega Hyppönen.



Non trascurare i dispositivi IoT


Il ricercatore di F Secure si è poi soffermato anche a offrire qualche consiglio più specifico sulla sicurezza: molto spesso, secondo lui, "il problema non sono i server e neanche le connessioni internet, ma i nostri smartphone e personal computer". In tanti casi, infatti, le grandi falle sfruttate dagli hacker si trovano in device comuni, come lo strumento attraverso cui si visionano i video registrati dalla telecamera di sorveglianza o il modo con cui si gestisce a distanza la temperatura del termostato, perché gli utenti non configurano in modo adeguato e corretto le impostazioni di sicurezza. Non a caso, l'intervento di Hyppönen si è chiuso con l'invito al pubblico a non dimenticare di aggiornare le password, elemento primario di difesa.



Conseguenze gravi


Sottovalutare il problema e attuare comportamenti "superficiali" può provocare conseguenze che possono essere purtroppo molto gravi: un oggetto compromesso consente non solo agli hacker di violare la nostra sfera più intima, ma offre anche loro uno strumento per realizzare delle botnet, le temibili reti di computer zombie da cui partono attacchi su larga scala, come capitato di recente nel caso del famigerato attacco DDoS. Soltanto qualche mese fa oltre 200 milioni di computer nel mondo sono stati colpiti dal ransomware Wannacry, che ha interessato (e provocato ingenti danni) a grandi aziende, università, enti pubblici, ma che si è fatto sentire perfino in oggetti più quotidiani, come i tabelloni dei treni e le pompe di benzina. Ancora più paradossale (e in certi versi "istruttivo") quanto capitato a marzo dopo un down dei server di Amazon Cloud: un utente ha infatti scritto su Twitter che non riusciva a spegnere il forno, perché l’elettrodomestico utilizzava proprio questo servizio per funzionare.

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