FormatWeb

Android P bloccherà l'accesso alle API private

 13 marzo 2018
  |  
 Categoria: Informatica
  |  
 Scritto da: admin
android p blocco accesso api private

Android P è il nuovo sistema operativo Android che tutti attendono con impazienza, di recente è stata rilasciata la sua prima Developer Preview, tramite cui gli sviluppatori e gli utenti più esperti potranno testarlo sui propri dispositivi. Diversi miglioramenti sono in arrivo, tra cui l’implementazione del famigerato notch, una rivisitazione delle notifiche in fatto di funzionalità e design, un nuovo supporto alla multi-camera, un perfezionamento del sensore GPS in modo tale da poter essere usato in ambienti chiusi e molto altro.


Anche la sicurezza guadagna punti a favore: Google ha pensato, tra le varie cose, di migliorare il sistema per i pagamenti con NFC con il supporto Open Mobile API per i pagamenti wireless. In questo caso gli sviluppatori potranno accedere a un sistema ancora più sicuro e permettere quindi agli utenti di effettuare pagamenti tramite il proprio device in tutta sicurezza.


Come spesso succede però, anche in questo caso sono emersi dei problemi. Google ha annunciato che, a partire da questo sistema operativo in poi, gli sviluppatori di app non potranno più inserire chiamate ad API non documentati nelle loro applicazioni. Vediamo in breve di cosa si tratta.


Le API sono il mezzo tramite cui le app comunicano con il sistema operativo. Possono lanciare disparate funzioni, tra cui anche le più semplici come accendere la torcia, avviare la fotocamera e così via. Alcune di queste funzioni sono già documentate, in modo che i programmatori possano trovarle facilmente e implementarle, altre invece sono presenti ma non documentate per varie ragioni. Queste ultime possono semplificare il lavoro di un programmatore quanto complicarle, perché se da un lato permettono di fare cose che altrimenti l’app non potrebbe fare, dall’altro può renderla instabile e insicura, dal momento che mancano i dettagli specifici su come operano. Un esempio è quello del gioco Pokemon Go, che richiede l'accesso alla telecamera e al GPS per poter funzionare ed interagire con l'ambiente.


Da quanto è emerso Google bloccherà inizialmente solo le API che non vengono chiamate mai o quasi mai, per poi man mano bloccare tutte quelle non ufficiali, inasprendo la cosa con le versioni future del famoso sistema operativo.


Per fare un esempio pratico, con queste limitazioni le app in background non potranno accedere alla fotocamera, per ridurre al minimo il rischio che le app "malintenzionate" catturino foto dell’utente e dell’ambiente in cui si trova, ed evitare che finendo nelle mani sbagliate possano favorire atti criminosi a danno dell’utente. Questo potenziale metodo di attacco era già stato scoperto nel 2014, quando un ricercatore aveva dimostrato come fosse possibile catturare foto e video dell’utente, a sua insaputa, sfruttando i permessi della fotocamera.


Gli sviluppatori non avranno vita facile, questo è confermato, ma si sono già rimboccati le maniche, poiché è già stato aperto un nuovo canale di dialogo per richiedere nuove API: il Google Issue Tracker. In questi mesi si avrà modo di approfondire nuove funzionalità tramite le Developer Preview che vengono rilasciate periodicamente; la versione definitiva di Android P verrà rilasciata quest’estate, fino ad allora c’è tempo per correre ai ripari.

Navigazione
© 2012-2017 - FormatWeb.it - Tutti i diritti riservati - Note Legali